Il Mausoleo di Augusto: breve storia di un monumento
Costruito come forte simbolo politico, osannato, abbandonato, trasformato più e più volte, riportato alla luce, ancora abbandonato e nuovamente riscoperto, il Mausoleo di Augusto è uno dei monumenti antichi storicamente più importanti in tutta Roma. La sua è una storia lunga, affascinante e ricca di colpi di scena. Scopriamola insieme.
Costruito come forte simbolo politico, osannato, abbandonato, trasformato più e più volte, riportato alla luce, ancora abbandonato e nuovamente riscoperto. Questa, in poche parole, potrebbe essere la sintesi della storia del Mausoleo di Augusto, la più grande tomba dinastica dell’antichità, ispirata dal famoso Mausoleo di Alicarnasso, una delle sette meraviglie del mondo, la cui storia comincia nel 28 a. C. e ancora non è terminata. Si tratta di una storia lunga e affascinante e, se vogliamo, anche ricca di colpi di scena.
Siete pronti?
Facciamo un piccolo passo indietro...
Dopo la morte di Giulio Cesare, la situazione politica a Roma era molto instabile. Molti volevano approfittare del vuoto di potere lasciato dalla sua morte per costruire la loro carriera politica. Un clima non proprio sereno insomma. Ed è in questo clima che nasce l’alleanza tra Ottaviano, il legittimo erede, Marco Antonio, braccio destro del defunto, e Marco Emilio Lepido. Ben presto però questa alleanza si inclina, soprattutto dopo il trasferimento di Marco Antonio in Egitto per stare vicino a Cleopatra (e per cercare di trasferire il centro del potere in Oriente probabilmente). Ottaviano fiuta il pericolo di essere fatto fuori e non ci sta! Fisicamente non è un granché, gracilino e cagionevole di salute, ma queste sue mancanze le compensa con l’intelligenza. Il popolo di Roma deve capire che l’unione con la regina d’Egitto ha reso Antonio un nemico dello Stato. Il futuro imperatore pubblica illegalmente il testamento del suo rivale e si scopre così non solo che Antonio vuole nominare suoi eredi i figli di Cleopatra, ma anche che vuole farsi seppellire accanto a lei ad Alessandria d’Egitto, abbandonando per sempre Roma. È l’ultima goccia. Ottaviano parte in armi con il fedele Agrippa e, nella battaglia di Azio del 31 a.C., sconfigge definitivamente il suo avversario, restando l’unico, incontrastato, padrone della città di Roma.
Ed è allora, nel 28 a.C., che per rimarcare la differenza tra sé e il suo sconfitto rivale, iniziò la costruzione del suo sepolcro dinastico, come per dire ai Romani “io non vi abbandonerò mai, starò con voi per sempre e così la mia dinastia”. L’anno seguente ricevette il titolo di Augusto.
Ipotesi ricostruttive
Ma come doveva essere fatto questo Mausoleo? Secondo una descrizione di Strabone, il Mausoleo si presentava come “un grande tumulo presso il fiume su un’alta base di pietra bianca, coperto da alberi sempreverdi; sulla sommità sta il simulacro bronzeo di Augusto.”
Purtroppo le trasformazioni che l’edificio ha subito nel corso dei secoli non rendono possibile una ricostruzione sicura. Quello che è certo è che si trattava del più grande sepolcro mai costruito: di forma circolare, aveva un diametro di 300 piedi romani (circa 90 metri) e la sua altezza si doveva aggirare intorno ai 40-45 metri. Esternamente doveva essere rivestito di marmo e travertino bianco. Ai lati c’erano due obelischi, eretti però dopo la morte di Augusto, e le tavole bronzee con incise le sue Res Gestae. Nel punto più alto della struttura, svettava una enorme statua di bronzo lucente rappresentante l’imperatore, un vero e proprio faro per l’epoca!
Al sepolcro si accedeva tramite una breve scalinata e da lì, attraverso un dromos, si entrava nell'edificio. Nella parte centrale, due corridoi anulari, che servivano per la processione funebre, accompagnavano il corteo all'interno della cella funeraria. Era lì che dovevano riposare le ceneri dei personaggi appartenenti alla dinastia Giulio-Claudia. Non sappiamo esattamente quando il Mausoleo venne terminato, ma sappiamo che doveva essere sicuramente completo nel 23 a.C., quando accolse il suo primo ospite: Marcello, nipote prediletto di Augusto (era stato nominato anche suo erede) e sposo della sua unica figlia, Giulia. A lui seguirono Agrippa (12 a.C.), Ottavia, sorella dell'Imperatore (11 a.C.), Druso, figlio di Livia (9 a.C), i nipoti Lucio (2 d.C) e Caio (4 d.C). Nel 14 d.C. fu il turno di Augusto, sepolto al centro della costruzione. Successivamente furono sepolti qui anche Germanico, Livia, Agrippina (moglie di Germanico), Tiberio, Caligola, Claudio e Nerva. Ospiti illustri esclusi furono Giulia, la cui sepoltura qui gli fu negata per testamento dallo stesso padre, e Nerone, condannato alla damnatio memoriae.
L'abbandono e la rinascita
Con la fine dell’Impero Romano, il Mausoleo perde di importanza e divenne una cava di materiale. Marmi e travertini vennero portati via per essere riutilizzati o gettati nelle calcare; alcune urne cinerarie e i loro contenitori faranno la stessa fine; le ceneri verranno disperse. Di questi grandi personaggi non rimase più nulla, se non il ricordo.
La struttura del Mausoleo finirà per essere trasformata dalla famiglia Colonna in una fortezza, distrutta poi nel 1167. In pieno Medioevo l'antico Mausoleo era ridotto ad una montagnola di terra e pochi ormai ricordavano la sua gloriosa origine.
Nel Rinascimento le cose cominciarono a cambiare. All’inizio del XVI secolo, papa Leone X iniziò la ristrutturazione della zona, promuovendo anche degli scavi intorno al sepolcro, tanto che nel 1519 venne riportato alla luce uno dei due obelischi. Nel 1546, il Mausoleo venne acquistato da Monsignor Francesco Soderini che lo trasformò in un bellissimo giardino all’italiana, luogo ideale per invitare amici e fare feste. In questo periodo il Mausoleo ritornò ad essere protagonista, anche se in una veste un po’ diversa.
L'anfiteatro, il teatro e l'Auditorium
Nel XVIII secolo il Mausoleo viene acquistato dal marchese portoghese Benedetto Correa. Nel giro di pochi anni, quello che era un giardino ormai dimenticato verrà trasformato in un anfiteatro all’aperto, un luogo dove i romani potevano passare momenti di svago, mangiare bruscolini e partecipare alla famosa “Giostra delle Bufale”. Era questo un intrattenimento, un gioco, in cui gli spettatori stessi potevano cimentarsi e vincere dei premi (quasi sempre di tipo alimentare). Scopo del gioco: riuscire a domare, e dunque cavalcare, le bufale.
Acquistato dalla Camera Apostolica nel 1802, l’anfiteatro vide ampliare la lista degli intrattenimenti con l’aggiunta di spettacoli pirotecnici, i cosiddetti “fochetti”, e rappresentazioni teatrali. Proprio queste, a partire dal 1829, diventeranno gli unici spettacoli della struttura, in quanto il papa aveva vietato le giostre, ritenute troppo violente.
L’anfiteatro diventò così un teatro, e pertanto dotato di una copertura. Con l’annessione al Regno d’Italia, il teatro venne acquistato dal conte Telfener e cambierà anche nome: non più “Teatro Correa” (o “Corea”, visto che il dialetto romano porta all’omissione della doppia R) ma “Politeama Umberto I”.
Dopo un periodo di chiusura e l’acquisto da parte del comune di Roma, la struttura riaprì nel 1908 con il nome di Auditorium Augusteo. Si trattava di una meravigliosa sala per concerti, con un’ottima acustica e ospitante fino a 3500 persone. Fiore all’occhiello del panorama musicale romano, struttura invidiata da mezza Europa, in 28 anni di attività, sul suo palco si avvicendarono 170 direttori d’orchestra e si esibirono 1593 corporazioni orchestrali. Musica sublime e prezzi popolari, cosa volere di più! Sembrava che l’antico edificio avesse trovato finalmente la sua ultima “destinazione d’uso” e invece no! L’Augusteo chiuse la sua stagione musicale il 13 maggio 1936. Altri piani erano in serbo per lui.
Il "dente cariato"
"Vasta ordinata e potente come ai tempi dell'imperatore Augusto", così doveva essere Roma secondo le idee urbanistiche di Mussolini. E fu proprio a causa di queste sue idee che l'Auditorium fu smantellato, contro il parere di tutti, per riportare alla luce la tomba del primo imperatore. I lavori cominciarono nell'autunno del '36 e nel giro di circa due anni vennero distrutte non solo le strutture che lo occupavano, ma anche tutto il quartiere che gli era nato intorno, cancellando dalla memoria ben 27000 metri quadrati di città. Il risultato però non fu quello sperato: il Mausoleo di Augusto era stato tomba imperiale, castello fortificato, giardino pensile, luogo di spettacoli all'aperto, teatro, auditorium e ora era ridotto a un vecchio rudere al centro di uno spazio aperto, 7 metri sotto il livello attuale del suolo. Un "dente cariato" al centro della città, così lo definì alcuni anni dopo Antonio Cederna.
La riscoperta
Finita così? No: come tutte le belle storie che si rispettino c'è il lieto fine. Dopo anni di semi-abbandono e una chiusura di 14 anni in cui si sono svolti intensi lavori di consolidamento e restauro, il 1 marzo 2021, il Mausoleo è finalmente tornato visibile e visitabile, pronto per la sua, speriamo, ultima trasformazione: diventare un meraviglioso museo. Un museo che racconti la sua storia, le sue trasformazioni e la sua rinascita. Un po' come Cenerentola...
Fine.
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Alessia e Benedetta
ATTENZIONE: il Mausoleo, dopo un anno di aperture straordinarie, è tornato a chiudere le sue porte per ulteriori lavori di manutenzione.